lunedì, 30 Dicembre 2024
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Qualità aria edifici: ventilazione, materiali adatti e monitoraggio

Sono molti i fattori che dovrebbero essere considerati in una valutazione della qualità dell’aria interna (IAQ) degli edifici, in quanto possono incidere sulla salute degli occupanti. Il 60% dei problemi di IAQ sono legati alla ventilazione e il restante 40% deriva dai materiali da costruzione, l’illuminazione, l’acustica e la contaminazione derivante dal suolo, come ad esempio il gas radon.

In generale, i fattori principali legati alla qualità ambientale dell’edificio sono: le caratteristiche del sito e uso precedente del suolo, le variazioni geografiche e il clima, l’età e la manutenzione dello stabile, la qualità dell’area esterna, l’infiltrazione e integrità dell’involucro edilizio, la progettazione e manutenzione di impianti di riscaldamento, ventilazione e condizionamento, i materiali utilizzati, la gestione dell’unità immobiliare.

Ma vediamo in dettaglio come impostare al meglio la progettazione e il monitoraggio degli edifici per garantire nel tempo un’ottima qualità ambientale

Articolo a cura di Valentina Ferrotti geometra libero professionista Esperto in Edificio Salubre.

>> Ventilazione naturale: come progettarla per aumentare la qualità dell’aria indoor <<

Qualità aria edifici: ventilazione, materiali adatti e monitoraggio

I sobborghi e gli insediamenti abitativi hanno ad esempio invaso aree che un tempo erano prevalentemente di smaltimento dei rifiuti o aree agricole, o con presenza di radon, che incidono sulla qualità interna degli edifici e provocano una serie di patologie anche mortali per l’individuo. (>> Radon presente in casa: cosa bisogna fare per bonificare?). Gli edifici sono simili alle persone in quanto, sviluppano dei fattori determinanti secondo l’età di costruzione e la loro localizzazione.

6 motivi per scegliere la VMC (Ventilazione Meccanica Controllata)

I nuovi edifici hanno spesso problemi di IAQ associati alle emissioni chimiche dei materiali da costruzione, oppure una eccessiva sigillatura dovuta all’efficientamento energetico, che diminuendo i flussi di aria favorisce umidità, condensa e muffa, con complicazioni o acutizzazioni delle patologie respiratorie.

>> Muffe in casa: come prevenirle e sfatare 5 false convinzioni

Qualità dell’aria negli edifici residenziali

L’età e la destinazione originaria dell’edificio può anche diventare un fattore determinante per la qualità dello stesso, infatti il successivo utilizzo per scopi per i quali non era stato originariamente progettato può determinare delle criticità nel nuovo uso. Una cantina, una stalla o fienile, un laboratorio artigianale, prima di essere sottoposto ad un cambio di destinazione d’uso e utilizzato a uso abitativo-residenziale, va rivalutato con una serie considerazioni che includono le particolarità e l’isolamento dal terreno, allo studio dei venti che possono favorire l’ingresso di inquinanti, la presenza di determinati materiali non adatti all’uso abitativo, isolamento del tetto o inadeguate aperture che interrompono il flusso della ventilazione naturale, ecc.

I problemi legati alla ventilazione sono la causa più frequente dei reclami IAQ da parte degli utilizzatori degli immobili e possono derivare da una progettazione iniziale insufficiente, serrande esterne inadeguate per “risparmiare energia”, manutenzione scarsa dei flussi d’aria per i sistemi d’aria poco bilanciati.

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Attenzione ai lavori di ristrutturazione

Di solito i problemi si verificano frequentemente dopo che i lavori di ristrutturazione degli edifici sono stati completati. Questi tipi di criticità possono derivare dalla contaminazione del sistema di ventilazione o inadeguato scorrimento dell’aria, dall’uso di materiali con elevate velocità di degassamento inadeguati per adattarsi all’uso previsto dello spazio. È necessario anche rimuovere i materiali da costruzione in amianto prima di ogni ristrutturazione (>> Bonifica amianto in edilizia, come procedere punto per punto).

È bene consegnare gli edifici a lavori ultimati, invitando gli occupanti a non entrare nell’immediato negli spazi ristrutturati, per l’alto tasso di emissione nocive dei materiali, che necessitano di tempo per terminare il processo del rilascio delle concentrazioni. Ad esempio, i solventi che vengono spesso utilizzati durante la rimozione di materiali esistenti, possono provocare odori persistenti e disturbi di irritazione chimica per molto tempo, così come la formaldeide emessa dalle resine usate per l’isolamento (cosiddette UFFI), dai pavimenti in laminato o linoleum, infissi, cappotti termici, truciolato e compensato di legno, tappezzerie, moquette, tendaggi e altro materiale da arredamento, possono gravare sulla salute.

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La formaldeide è una sostanza irritante che dovrebbe essere bandita dall’aria all’interno dei locali. Perché la qualità dell’aria indoor possa essere considerata buona, i valori di formaldeide dovrebbero essere il più possibile bassi. Tale obiettivo può essere raggiunto grazie all’adozione di diversi provvedimenti al momento della costruzione o della ristrutturazione di un edificio, ma anche di misure da parte degli occupanti che vi vivono o vi lavorano. In caso di disturbi alla salute dovuti presumibilmente a un’elevata concentrazione di formaldeide, è consigliabile far analizzare l’aria dei locali.

La concentrazione di formaldeide che supera i livelli previsti dalla normativa, deve essere ridotta mediante provvedimenti di risanamento. Nel 2004 la formaldeide è stata indicata dallo IARC tra i composti del gruppo I (cancerogeni certi). Essendo un agente con probabile azione cancerogena è raccomandabile un livello di concentrazione il più basso possibile. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato un valore guida pari a 0,1 mg/m3 (media su 30 minuti).

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Si evidenzia, che la responsabilità del progettista e del direttore dei lavori riguarda anche la salubrità degli edifici, contemplata nel certificato di agibilità introdotto dal Testo Unico DPR 380 nel 2001 articoli 24,25 e 26, che attesta oltre la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, risparmio energetico degli edifici, anche la salubrità degli stessi, requisito ricompreso anche nelle responsabilità decennali per i vizi e difetti  d’opera ( ex.Artt.1667-1668 C.C), con la correzione dovuta senza ulteriore compenso e risarcimento del danno causato Cass. 9064/1993 – 22553/2015.

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Articolo pubblicato da ediltecnico.it

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