15/04/2021 – Il nuovo edificio dell’Universita` di Pisa firmato Heliopolis 21 è stato da poco consacrato come il ‘Polo della Memoria’, in occasione del conferimento della Laurea Honoris Causa in Scienze per la pace a Liliana Segre, lo scorso 2 febbraio 2021.
Nelle parole della Senatrice a vita, il nuovo edificio “guarda al futuro, all’eccellenza nell’architettura e alla tutela dell’ambiente”.
Inaugurato e battezzato significativamente ‘San Rossore 1938’ – proprio nell’omonima tenuta pisana, il 5 settembre del 1938, il re Vittorio Emanuele III appose la firma al primo provvedimento in ‘difesa della razza’ – pochi giorni prima del lockdown e poi chiuso, e` stato riaperto proprio per la cerimonia.
Il nuovo polo didattico dell’Universita` di Pisa (3.000mq, 13.000 mc, 11 aule, 4 laboratori, 1.300 posti e un teatro da 200 posti), situato nel centro storico di Pisa, incastonato tra le mura duecentesche e la Torre pendente, sara` dedicato all’Area Umanistica e a quella Biologica.
“Ospita – per riprendere le parole di L. Segre – il dipartimento di civiltà e forme del sapere, nome che indica il legame tra il livello di civiltà e le strutture di studio, istruzione e insegnamento, le uniche vere barriere alla ricomparsa, oggi come in passato, delle piu` pericolose manifestazioni di ignoranza, intolleranza, indifferenza che espongono la nostra civiltà e la nostra società ai peggiori rischi”.
Anche progettualmente, con il nuovo edificio, particolarmente innovativo dal punto di vista energetico, Heliopolis 21 – che è anche responsabile del progetto di allestimento generale all’insegna del riuso, del riciclo e della resilienza del Padiglione Italia – ha voluto rispondere ad alcune questioni sociali cruciali che integrano i temi sollevati da Liliana Segre, realizzando un’architettura pubblica, la più recente e innovativa struttura dell’Università di Pisa, in grado di contribuire alla salvaguardia ambientale e alla giustizia sociale, al benessere degli studenti, all’innovazione tecnologica e al comfort urbano.
Il progetto ha affrontato temi salienti quali il diritto alla città, che si sostanzia in un’attenta opera di bonifica di un terreno inquinato che per decenni aveva ospitato un’azienda farmaceutica, e in un progetto che prevede un polo aperto alla città – fin dentro, al ‘Giardino della Memoria’ – senza filtri nè barriere architettoniche.
L’edificio è stato immaginato come un luogo in cui possano essere celebrati in libertà i valori della giustizia e della memoria, dotato di spazi flessibili nelle possibilità di utilizzo e nel concorso alla formazione di spiriti analitici, critici e liberi, fornendo il polo di infrastrutture e dotazioni d’avanguardia.
Heliopolis 21 ha inteso anche dare risposta alla richiesta di resilienza urbana e comunitaria, nella rigenerazione di un luogo – dalle bonifiche agli interventi all’esterno – che per di più e` un ‘caso studio’ di edificio pubblico a emissioni quasi zero.
“Durante il progetto – affermano gli Heliopolis 21 – ci siamo domandati più volte che aspetto dovrebbe avere un edificio che trasmetta il senso della storia dell’ateneo pisano e della città di Pisa, e che trasmetta un senso di sicurezza rispetto a un ambiente che sarà sottoposto a condizioni climatiche estreme adesso sconosciute”.
Una ricerca applicata che nel programma progettuale ha fatto della eliminazione di elementi superflui per ottenere risparmio di materiali e contenere l’energia la chiave dell’inserimento nel cuore della citta` di un polo suddiviso in 4 volumi di altezze e funzioni differenti che richiamassero l’architettura storica pisana e le sue vicine mura medievali: proporzioni, allineamenti, impronte, ritmo delle aperture richiamano in tutto il contesto.
Un esercizio di continuità, in chiave moderna, nato anche dalla collaborazione ad hoc tra Heliopolis 21 e l’architetto svizzero Roger Diener.
Il rigore formale e il minimalismo espressivo del Polo sono la conseguenza di un’esigenza, un manifesto in forma di costruzione: “Di questo rigore etico – commenta Heliopolis 21 – non si può che ringraziare l’Università, che mai, in questi anni, ha voluto barattare un grammo di riduzione di CO2 in cambio di un facile consenso momentaneo”.
Articolo pubblicato da archiportale.com