I punti chiave
- Da evento a piattaforma, una discussione aperta
- Nuovi Paesi partecipanti
- Architetti italiani coinvolti
3′ di lettura
La 17° Mostra Internazionale di Arch itettura aprirà le porte il 22 maggio. Dopo un anno di stop, dovendo fare i conti con il virus che ha fermato il mondo, la Fondazione La Biennale di Venezia guidata dal presidente Roberto Cicutto ha annunciato il via per la kermesse dedicata al tema “How will we live together?”. Domanda di estrema attualità scelta dal curatore Hashim Sarkis insieme al past-president Paolo Baratta, qualche mese prima dello scoppio della pandemia.
«Come diceva Ermanno Olmi – ha sottolineato Cicutto – i tempi morti non sono inutili se servono per chiarire gli obiettivi del nostro agire, e in questo anno ci siamo interrogati sul ruolo sociale e morale che la creatività e gli artisti devono avere».
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Da evento a piattaforma, una discussione aperta
La Biennale Architettura 2021 sarà all’insegna della contaminazione delle arti e sarà raccontata attraverso diversi canali di comunicazione, inclusi i social, gli eventi in streaming e i film. Uno spazio speciale sarà dedicato alla danza. Il primo contenuto anticipato da Hashim Sarkis è quello relativo al Leone d’Oro speciale alla memoria che sarà attribuito a Lina Bo Bardi, architetta, designer, scenografa, artista e critica italiana naturalizzata brasiliana.
«Se esiste un architetto che meglio di ogni altro rappresenta il tema della Biennale Architettura 2021 – ha detto Sarkis – questa è Lina Bo Bardi. La sua carriera di progettista, editor, curatrice e attivista ci ricorda il ruolo dell’architetto come coordinatore (convener) nonché, aspetto importante, come creatore di visioni collettive. Lina Bo Bardi incarna inoltre la tenacia dell’architetto in tempi difficili, siano essi caratterizzati da guerre, conflitti politici o immigrazione, e la sua capacità di conservare creatività, generosità e ottimismo in ogni circostanza». Tra le sue opere spiccano edifici imponenti che con il loro design coniugano architettura, natura, vita e comunità. «Nelle sue mani – commenta ancora Sarkis – l’architettura diviene effettivamente una forma di arte sociale capace di favorire l’incontro».
Con il premio assegnato a Lina Bo Bardi si accende un riflettore sul ruolo dell’architetto come facilitatore della socialità. E su questa linea si innesta anche il racconto del padiglione italiano curato da Alessandro Melis e dedicato alle “comunità resilienti”.
Nuovi Paesi partecipanti
Sessantatre i paesi partecipanti, 4 i nuovi per l’edizione 2021: Grenada, Iraq, Uzbekistan e Repubblica dell’Azerbaijan. Una scommessa per uno dei primi grandi eventi a scala internazionale che aprirà le porte, in presenza (con tutti i protocolli sanitari necessari). «Vogliamo confermare che tra gli scopi della mostra internazionale c’è quello di sollecitare il desiderio di architettura, come dice Baratta – ha aggiunto Cicutto – mai come oggi c’è necessità di architettura».
Ma di quale architettura? Quali progetti?
«Sono proprio le ragioni che inizialmente ci hanno portato a porre questa domanda – l’intensificarsi della crisi climatica, i massicci spostamenti di popolazione, le instabilità politiche in tutto il mondo e le crescenti disuguaglianze razziali, sociali ed economiche, tra le altre – a condurci verso questa pandemia e a diventare ancora più rilevanti. Non possiamo più aspettare – ha spiegato Hashim Sarkis – che siano i politici a proporre un percorso verso un futuro migliore. Mentre la politica continua a dividere e isolare, attraverso l’architettura possiamo offrire modi alternativi di vivere insieme. La Biennale Architettura 2021 è motivata dai nuovi problemi che il mondo sta ponendo all’architettura, ma è anche ispirata dall’attivismo emergente di giovani architetti e dalle radicali revisioni proposte dalla professione dell’architettura per affrontare queste sfide.
Articolo pubblicato da Il Sole 24 Ore