Per gli interventi globali solitamente si realizzano strutture irrigidenti, realizzate con l’impiego di appositi controventi, che possono essere suddivise in due macro-categorie: endoscheletri ed esoscheletri.
Vediamo nel dettaglio come si comportano queste tipologie di telaio additive e adattive da posizionare alle strutture esistenti. L’approfondimento di seguito descritto è tratto dai “Quaderni di progettazione strutturale 7: interventi di miglioramento e adeguamento sismico con l’acciaio – Parte 4”, pubblicazione a cura di Fondazione Promozione Acciaio.
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Endoscheletri
Tipicamente utilizzati per l’adeguamento sismico di edifici in cemento armato, sono interventi nei quali i controventi metallici vengono inseriti all’interno del telaio della struttura esistente.
L’endoscheletro è un sistema sismo-resistente di tipo “additivo”, che aumenta cioè la resistenza del telaio, ma non “adattivo” ossia è vincolato dalla maglia del telaio esistente. È applicabile sia all’esterno lungo il perimetro sia all’interno.
La resistenza della struttura esistente ai carichi orizzontali può dunque essere migliorata
aggiungendo pareti di taglio con schema reticolare. Questa soluzione consente anche di bilanciare la distribuzione delle rigidezze rispetto al centro di taglio, al fine di minimizzare gli effetti torsionali.
Questi sistemi devono in ogni caso essere collegati agli impalcati esistenti.
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Esoscheletri
Sistema sismo-resistenti sempre di tipo additivo che può essere anche adattivo, ossia non
necessariamente vincolato alla maglia dell’intelaiatura esistente.
La struttura in acciaio risulta esterna all’edificio esistente. Gli esoscheletri sono soluzioni note per il loro basso impatto.
Possono essere classificati a loro volta in:
- esoscheletri 2D, in cui si realizzano controventi ce lavorano nel piano sia parallelamente sia ortogonalmente;
- esoscheletri 3D, che avvolgono l’intero edificio, potenzialmente anche la copertura,
conferendo alla struttura un comportamento scatolare o a guscio.
È possibile sfruttare il collegamento dell’esoscheletro alla struttura esistente inserendo
all’interfaccia un elemento di dissipazione addizionale.
>Per saperne di più scarica il pdf del quaderno di Fondazione Promozione Acciaio<
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Foto di copertina: Esempio di impiego di endoscheletri esterni ©Quaderni di progettazione strutturale 7: interventi di miglioramento e adeguamento sismico con l’acciaio – Parte 4
Articolo pubblicato da ediltecnico.it