Nel corso degli ultimi anni, chi lavora nell’ambiente dell’edilizia si sarà confrontato con il cambiamento dei metodi e delle tendenze. Ormai, non è più possibile agire in maniera fine a sé stessa, ma è diventato fondamentale concentrarsi sugli interventi cosiddetti necessari.
Difatti, le minori risorse economiche e le disposizioni delle NTC 2018 hanno reso essenziale lo studio e l’analisi prima di ogni intervento, in modo da determinare l’eventuale iter da seguire. Ma per fare questo diventa necessario conoscere l’edificio in maniera approfondita. E qui che viene in aiuto lo strumento della diagnostica che individua gli eventuali degradi e le qualità materiche e geometriche del fabbricato. In questo modo, è possibile capire quando e come intervenire su un edificio.
Ma di quale supporto possono disporre i professionisti?
Il tecnico, quando non sa in che modo agire, si può rivolgere a delle realtà di supporto, come per esempio la Tecnoindagini Srl. Quest’ azienda fornisce una consulenza ai professionisti riguardo la manutenzione dei fabbricati attraverso l’uso di: protocolli di indagine, prove e rilievi in loco. Questi strumenti mostrano le caratteristiche geometriche, materiche dell’edificio, i degradi e i rischi e permettono di intervenire nei casi di necessità.
Inoltre, l’azienda, grazie alla propria specializzazione nella diagnostica e come Laboratorio autorizzato prove Materiali da Costruzione, può essere d’aiuto dal momento che propone un servizio su due livelli.
Nel primo caso, esegue prove in situ e in laboratorio, affiancando il professionista nel processo di conoscenza dell’edificio. Infatti, il tecnico indica la quantità, la tipologia delle prove ed il loro posizionamento, così che il team specializzato dell’azienda possa eseguire le analisi e dare i risultati alla committenza.
Nel secondo caso, invece, vengono forniti dei protocolli di indagine con delle valutazioni specifiche per ogni elemento del fabbricato. Nell’azienda è presente un team multidisciplinare che segue tutto il percorso di verifica: dalla scelta del numero e della tipologia di prove alla loro esecuzione, fino alla stesura ed alla consegna di una relazione finale dettagliata e completa, che contiene tutte le informazioni inerenti allo stato di salute dell’edificio.
Prove e analisi: quali certificazioni deve avere il personale
Quindi, nella fase iniziale l’azienda si occupa delle prove e delle analisi. Queste devono risultare il meno invasive possibili per salvaguardare l’integrità del manufatto e fornire dei dati obbiettivi. L’utilizzo di strumenti innovativi e automatizzati permette di raggiungere questo risultato e di eseguire le prove in maniera oggettiva e affidabile.
Per effettuare le prove e le analisi non invasive sull’edificio il personale deve avere una certificazione (Livello 3), come viene indicato dalla UNI EN ISO 9712.
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Come utilizzare i dati raccolti sull’edificio
In seguito, le informazioni prese vengono rielaborate e inserite in un report finale. Qui si propone uno scanner completo dello stato del fabbricato con l’aiuto di mappature, grafici e tabelle. Inoltre, si può trovare la storia dell’edificio, la sua tipologia costruttiva, i materiali, le sue caratteristiche strutturali e gli eventuali degradi.
Il report diventa così un valido strumento per i professionisti, che avendo un quadro generale delle condizioni dell’immobile possono organizzare la progettazione e gli eventuali interventi manutentivi specifici.
Quindi, conoscere il fabbricato sta alla base della manutenzione, perché può garantire la sicurezza dell’edificio e permette di ottimizzare le risorse temporali ed economiche a disposizione.
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Foto: iStock/simonkr
Articolo pubblicato da ediltecnico.it