Nella risposta alle faq sulle riunioni il Governo vieta espressamente la modalità tradizionale e autorizza solo la «teleassemblea»
di Glauco Bisso e Saverio Fossati
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Lo spiega in modo chiaro e ufficiale il Governo: le assemblee condominiali sono considerate assembramenti e come tali vietate. Nella risposta 1 alle faq sul coronavirus (sezione Riunioni) , si legge:
«Sono vietate le assemblee condominiali? Sono da considerarsi assembramenti di persone?
Sì, le assemblee condominiali sono vietate, a meno che non si svolgano con modalità a distanza, assicurando comunque il rispetto della normativa in materia di convocazioni e delibere».
Assemblee di persona, quindi, no. Ma a distanza sì. L’articolo 2, comma 1 del Dpcm dell’8 marzo 2020, alla lettera b), ha sospeso gli eventi di qualsiasi natura svolti in ogni luogo sia pubblico che privato e quindi anche le assemblee di condominio, come confermato dal Governo .
Non è, però, solo una questione di interpretazioni normative: i contatti ravvicinati nel corso di un’assemblea di condominio sono quasi inevitabili e spesso del tutto involontari. Le sospensioni e i rinvii delle convocazioni sono quindi una scelta giusta, che solo a trto potrebbe essere rimproverata all’amministratore.
La teleconferenza
Riconfigurare le relazioni in teleconferenza diventa così una cautela realizzabile di sanità pubblica destinata a diffondersi, anche una volta superata l’emergenza. E gli strumenti, come si potrà leggere nella guida all’assemblea in videoconferenza predisposta dal Quotidiano del Sole 24 Ore – Condominio , ci sono tutti.
Articolo pubblicato da Il Sole 24 Ore