giovedì, 19 Settembre 2024
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L.R. Lazio n. 12 del 26 luglio 2024: la stagione dei condoni, viene e va…

Sboccato il Condono Edilizio Laziale. Gli scenari a distanza di vent’anni dal varo della legge nazionale che riaprì i termini per concedere le sanatorie, in gran parte mai ottenute a causa dei sopraggiunti vincoli di tutela sulle aree.

Al di là dell’afa eccessiva avvertita su tutta la penisola, l’estate duemilaventiquattro verrà ricordata anche per le importanti decisioni varate dal Legislatore per il mondo dell’urbanistica e dell’edilizia.

Sulla scia della ventisettesima Bolla di Indizione emessa per conseguire le indulgenze (“Spes non confundit”), anche nei Palazzi romani di Governo si è infatti deciso di intraprendere un percorso dal carattere giubilare, teso a favorire l’avvento del perdono dei peccati edilizi grazie all’adozione di dispositivi normativi facilitatori, profondamente voluti per re-instaurare in maniera diffusa quel canonico equilibrio del costruito sottoposto alla stratificazione delle numerose regolamentazioni in materia varate nel corso di oltre ottant’anni.

Mentre, dunque, dal mondo cattolico la Penitenzieria Apostolica annuncia con quali modalità, regole, procedure e in quali luoghi sacri si renderà possibile ottenere il dono di misericordia nel corso dell’Anno Santo, dal pulpito del potere politico, lo Stato, individua nel recentissimo “Salva Casa” la massima idonea espressione strumentale volta a processare, per gran parte delle Regioni, la cospicua campagna di espiazione delle colpe urbanistiche che verranno udite, nell’imminente periodo, attraverso i filtri dei 20 confessionali italiani stabiliti dai principi dell’autonomia differenziata: un’ambientazione assimilabile a quella di un federalismo urbanistico, internamente al quale il coscienzioso avventore del pellegrinaggio sinceramente pentito dei propri peccati volgerà lo sguardo alla Regione ed ai comuni, calando gli oboli.

Se, quindi, per scontare veramente le proprie colpe con il fine di ottenere (o nella speranza di) l’auspicato beneficio del perdono – o condono, in base ai casi, s’intenda – il Peccatore liquiderà i prescritti oboli nelle casse del Potere, una concessione dovrà pur giungere, prima o poi!

La spettacolarizzazione mediatica avvertita nel corso del processo di conversione in Legge del D.L. n. 69/24 “Salva Casa” ha temporaneamente sottratto la scena ad altrettante importanti manovre di legge di stampo locale; mentre a Palazzo Madama si analizzava l’atteso testo di Salvini, il 17 luglio la Regione Lazio portava in approvazione la proposta di modificare la norma disciplinante il rilascio delle concessioni in sanatoria ai sensi della L. n. 326/03 (terzo condono edilizio) con il fine di conformarne il recepimento nel rispetto dei dettami legislativi nazionali.

 

Tra le più allineate sotto il profilo normativo, assieme all’Emilia Romagna – quale indubbia fonte ispiratrice di contenuto per il varo della recentissima Legge firmata dal Ministro Salvini – nell’ombra proiettata dalla conversione del D.L. n. 69/24, la Regione Lazio approva, con 29 voti favorevoli, la proposta di modifica della L.R. n. 12 del 8 novembre 2004 (Disposizioni in materia di illeciti edilizi), a mezzo della quale l’articolo 3 viene concettualmente riscritto mediante una severa ma solenne operazione di soppressione di parole: al comma 1 lettera b) viene infatti eliminato il periodo anche prima della apposizione del vincolo, condizione che, sino a prima del 26 luglio 2024, data di pubblicazione sul BURL, ostava al rilascio delle concessioni in sanatoria invocate ai sensi dell’ultimo condono edilizio varato dal Governo Berlusconi (L. n. 326/03), qualora richieste su beni abusivi ricadenti in aree ove era stato apposto un vincolo successivamente alla realizzazione dell’abuso stesso, sulla “base di leggi statali e regionali a tutela dei monumenti naturali, dei siti di importanza comunitaria e delle zone a protezione speciale non ricadenti all’interno dei piani urbanistici attuativi vigenti, nonché a tutela dei parchi e delle aree naturali protette nazionali, regionali e provinciali”.

Sebbene sostanzialmente enucleato in un unico ed apparente statico articolo, il principio veicolato dalla nuovissima Legge Regionale Lazio n. 12 del 26 luglio 2024 porta ad un regime totalmente dinamico quell’insieme di dispositivi calibrati vent’anni or sono per recepire l’esecuzione dell’ultimo condono edilizio nazionale, localmente processato solo in parte rispetto ai suoi fratelli più anziani (primo condono, L. n. 47/85 e secondo condono, L. n. 724/94) principalmente a causa del richiamato dispositivo introdotto nel novembre 2004 con la L.R. Lazio n. 12, disciplinante l’effetto di retroattività afferente alle forme di tutela vincolistica sulle aree.

Sono circa 46.000 le istanze di condono tutt’ora pendenti nella Regione Lazio rimaste sospese a causa delle forme di tutela vincolistica sopraggiunte successivamente all’anno 2004, delle quali circa 20.000 solo a Roma: stimato un introito complessivo, ancora da incassare, pari a circa 27 milioni di euro tra oblazioni, oneri concessori, diritti istruttori e danni ambientali.

Secondo i dati statistici pubblicati dalla Regione Lazio, oltre 153.000 istanze di condono edilizio vennero presentate ai sensi della Legge 326/2003 e circa il 30% di tali domande (quasi 46.000) risulterebbe registrato per immobili gravati da vincoli sopraggiunti dopo il 2004, ossia non esistenti alla data di emanazione del provvedimento di legge sull’ultimo condono edilizio, per la cui percentuale i Richiedenti avrebbero già versato acconti pari a circa 8 milioni di euro; a Roma (prima città italiana per istanze di condono edilizio presentate), a fronte di oltre 590.000 istanze di condono presentate dal 1985 al 2004, resterebbero ancora da istruire oltre 170.000 domande, di cui oltre 74.000 depositate ai sensi della Legge 326/2003 e delle quali circa 20.000 gravate da vincoli sopraggiunti dopo l’anno 2004.

In pochi se ne sono accorti ma, anche se a basso volume, la musica è cambiata: dal 26 luglio 2024, i Peccatori dovrebbero finalmente ricevere il desiderato (con) dono e vedere così formalmente estinti i propri reati edilizi.

 

Nel Lazio, fermo restando il numero delle confessioni già validato e registrato ai sensi dell’ultimo condono edilizio nazionale – non saranno infatti ammesse nuove richieste di penitenza – dal 26 luglio 2024, per effetto della riscrittura operata sulla norma locale L.R. n. 12/2004 le cui modifiche vengono introdotte dalla L.R. n. 12/2024, dovrebbero sbloccarsi le istruttorie amministrative per oltre 46.000 istanze di condono edilizio invocate ai sensi della Legge n. 326/2003, ora finalmente e conformemente recepita.

 

Dopo oltre vent’anni di fermo, nonostante la consistenza di richieste e di oboli già versati, molte pene non risultano ancora completamente espiate, ma adesso sembrerebbe intravedersi la luce verso la concessione; il cammino non è ancora finito, ma questo il pellegrino lo sa, ed ora, nella certezza del suo percorso, volgerà tutto sé stesso in direzione del perdono nell’intento di ottenerlo definitivamente.

“Basta con leggi di un solo articolo, le leggi non sono pensierini che si trovano dentro i cioccolatini!”. Così esclamò qualcuno in sede consiliare, contrariato, per l’allora proposta di legge.

Certo è che il desiderio di trovare nella scatola il nostro preferito ci rievoca quel magistrale Tom Hanks in panchina e il suo iconico aforisma sulla vita; in effetti, “non sai mai quello che ti capita”, ma per fortuna, la speranza, come diceva San Paolo, non deluderà.

            Dott. Arch. Luigi Cacciatore

           Area Tecnica Confabitare Roma

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