E se la villetta unifamiliare, unità di base della famigerata città diffusa, diventasse per inversione un modello di sperimentazione architettonica e urbana? Nel nuovo quartiere Strijp-R in costruzione su un sito industriale dismesso di Eindhoven (Paesi Bassi), gli architetti di Studioninedots si discostano dal classico modello di abitazione unifamiliare suburbana, proponendo una residenza che capovolge la tradizionale ripartizione tra superficie edificata e spazi verdi.
Piuttosto che collocare l’abitazione al centro del lotto per liberare il classico giardino di pertinenza, i progettisti preferiscono occuparlo interamente, per ‘inglobare’ gli spazi aperti all’interno della casa stessa e definire un’architettura porosa, in cui si moltiplicano le soglie e le aperture.
Ribattezzata Villa Fifty-Fifty per via della ripartizione tra spazi costruiti e aperti, l’edificio si articola in una pianta a scacchiera, alle cui caselle corrispondono i diversi ambienti domestici e le aree aperte. Giocando sul limite tra interno ed esterno, tutte le funzioni si dispongono sotto una spessa soletta di cemento, forata in corrispondenza dei diversi patii. Unico elemento verticale della composizione, un parallelepipedo avvolto in un mantello d’acciaio anodizzato ospita le stanze delle figlie, unità abitative indipendenti.
I materiali industriali – cemento, vetro, policarbonato e acciaio – dovrebbero rimandare al passato industriale del sito, di cui è tuttavia sparita qualsiasi asperità tra le superfici lucidate e le pregiate finiture. Se la Fifty fifty Villa si riallaccia senza dubbio a esperienze progettuali precedenti – come le Case Study Houses californiane o le residenze suburbane di Sou Fujimoto e SANAA – la totale apertura dei suoi ambienti è una novità a queste latitudini.
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