Campo di Marte, la prima grande personale italiana dell’artista Nathalie Du Pasquier, va in scena al Macro di Roma nell’ambito del progetto Solo/Multi, la sezione di museo per l’Immaginazione Preventiva curata da Luca Lo Pinto.
La mostra, un corpus di oltre cento opere realizzate dagli anni Ottanta fino a oggi, è organizzata come un’unica grande e dinamica installazione, in cui opere di epoche diverse dialogano tra loro. Per l’eclettica artista e designer francese, infatti,la realtà è una sorta di «inventario dal quale possiamo prendere tutto e ritrasformarlo in un mondo altro».
Così dipinti, sculture, disegni, modelli,
libri, tappeti e ceramiche, sempre in bilico tra rappresentazione e astrazione,
si alternano in un percorso espositivo organico ed estremamente
coinvolgente. Campo di Marte è anche il nome di un libro,
edito da Humboldt, realizzato durante il periodo di lockdown. «Non è affatto un
catalogo», avverte l’artista, «e lo si potrà guardare anche in metropolitana».
Il volume raccoglie ritagli fotografici
di quadri realizzati tra gli anni Ottanta e il 2020, installati in sequenza
come fossero caratteri tipografici. Il risultato è un gioco di nonsense, un
‘surrealismo quotidiano’ in cui le immagini si intrecciano con parole pescate
dal mondo dei libri: titoli, poesie, semplici calcoli.
Campo di Marte
Macro, Museo d’Arte Contemporanea di Roma
3 febbraio – 20 giugno 2021
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